Menzioni d’Onore e Segnalazioni – V Edizione

Menzione d’onore
del racconto breve “La fine di un viaggio” di

Mauro Barbetti

“La fine di un viaggio” , una lettura dell’odissea personale di Telemaco, nella sua presa di coscienza e distanza dal mito eroico del padre Ulisse.
Mauro Barbetti, con linguaggio scarno e incisivo, al pathos dell’epopea eroica paterna, contrappone la visione umana di un figlio che si fa consapevole di una realtà priva di nobiltà, bellezza e del favore degli dei.
Racconto del disincanto: amaro, profondo, dolorosamente saggio.

Paola Pennecchi

 

Menzione d’onore
alla silloge “Gli eroi sono gli eroi”
Ediz. Marcos y Marcos
di

Mariagiorgia Ulbar

Ragguardevoli, a parere della Giuria, le liriche contenute ne “Gli eroi sono eroi” di Mariagiorgia Ulbar, dove una poesia pregna di richiami classici che fungono da base orientativa al lettore assume, nella progressione dei versi, un’autonomia di spiccata ed esclusiva personalità stilistica.
Ineccepibile e mai dissonante l’espressione dei sempiterni temi attraverso una trasposizione moderna sia nell’uso del linguaggio – tanto piano quanto coinvolgente attraverso la suggestiva discontinuità dei ritmi – sia nella capacità dell’Autrice d’attualizzare la figura mitica dell’eroe.

Anna Antolisei

 

Menzione d’onore
alle poesie “Nefertiti al cimitero monumentale” e altre di

Fabrizio Bregoli

In una scrittura controllata e sapiente, figure della storia e del mito rivivo no come occasioni di una poesia appena irriverente, ricca d’immagini suggestive e a tratti dall’effetto sorprendente che, seguendo un anda mento musicale e incalzante, esprime tutta la fatica del vivere e la farsa del fare.

Anna Antolisei

 

Menzione d’onore
alle poesie “I Dioscuri” e altre di

Marina Corona

Per essere testimone di quella poesia che sgorga come fonte sorgiva da radici profonde e inesauste con una scrittura personale e pregnante.
Il mito non è specchio ingannevole ma humus salvifico, terreno fertile in cui l’Autrice trova dimora in attesa di “segnali di un destino trasmigrante su di me”.

Paola Pennecchi

 

MENZIONE D’ONORE
alla silloge “Di anime e stelle”
Manni editori
di

Francesca Favaro

Per aver dato voce alla tensione che la traduzione in parole di un sentire profondo comporta ad ogni poeta lirico, in una scrittura irriducibile ai confini tra i generi letterari. Guardando al cielo, al mare, agli alberi, ai fiori, agli uccelli, l’autrice anela a una perduta identità celeste, quasi viola appena un po’ contusa dalla pioggia, per dirlo con le sue parole, o neve in attesa di un gioioso risveglio, che sciolga, infine, l’ingombro della solitudine, l’innaturale assenza di amore.
Paola Novaria

 

Menzione d’onore

ai Landays di

Chiara Rota

Per aver dato voce alla donna interiore che, specchiandosi nel vissuto delle meno fortunate donne pashtun, grida contro la violenza perpetrata quotidianamente in Afghanistan. Nel landays, un forma poetica concisa e incisiva, l’autrice trova l’interpretazione migliore per esprimere la rabbia e il desiderio di rispetto che alberga in ognuna di noi di fronte a qualsiasi atto di sopraffazione.

Chicca Morone

MENZIONE D’ONORE
alla silloge “Appunti sul taccuino del tempo. I dolmen”
Fermenti Editrice
di

Liliana Ugolini

Per la capacità di condurre il lettore, disseminando momenti “memorabili”, lungo il doppio filo della macrostoria e della storia minima individuale. Appunti sul taccuino del tempo. I dolmen si distingue per un andamento episodico e il sapiente ricorso all’ellissi, dove in forma di prosimetro l’autrice raggruma gli eventi decisivi, cronologicamente scanditi, tra rovine e progressi, e ci affida un diario inquietante e poetico in cui rispecchiarci: è una poesia della storia e nella storia. La narrazione procede per efficace giustapposizione di tre piani: il primo è l’appunto/evento sul taccuino, mentre in chiusura si dispiega la poesia di fatti o personaggi, cui presta voce l’autrice, che ci sollecita con un versificare spesso straniante; al centro dell’evento sta la testimonianza silenziosa dei dolmen, correlativo della presenza (o transitorietà) umana. Con uno ritmo serrato, avvincente, la versificazione essenziale e lapidaria, e uno stile analogico, Ugolini ci offre tracce poeticizzate di tempo, tra il fallimento della Regina Budicca e le attuali immigrazioni, da riempire di esperienza, senso o poesia.

Simonetta Longo

 

Segnalazione
del racconto breve “Occhiali per Orfeo” di

Angelo Gaccione

Per aver trattato il Mito con delicatezza e ironia al fine di renderlo vivo e avvicinarlo, mediante attualizzazione e immedesimazione, ad un pubblico di bambini. Il linguaggio semplice anima un colloquio coinvolgente che, a partire dalla figura di Orfeo, si interroga sui temi difficili di amore e sacrificio, vita e morte, poesia e musica. Così nel racconto di Gaccione ai bambini, in un’atmosfera fiabesca, giunge il messaggio della bellezza e fragilità di essere uomini, fino all’introduzione dell’oggetto magico a possibile scioglimento della commovente vicenda di Orfeo e Euridice: gli occhiali scuri che rappresentano un filtro verso la realtà e suggeriscono un altro punto di vista, quello dell’immaginazione e della poesia.

Simonetta Longo

 

Segnalazione
del racconto breve “L’uomo e il drago” di

Antonino Giordano

Tra i racconti in concorso, viene segnalato dalla Giuria “L’uomo e il drago” per la capacità dell’Autore di narrare, nella corretta espressione linguistica della prosa, una vicenda del tutto irreale conferendole una forza immaginifica d’immediata, quasi “cinematografica”, percezione visiva.
Si ritiene altresì encomiabile che, nella sostanza dell’argomento prescelto e attraverso un’adeguata metafora, venga evidenziato l’eterno contrasto tra il timore atavico dell’ignoto e l’effettivo contatto, assieme alla sua più innocua realtà quand’è direttamente sperimentata.

Anna Antolisei

 

Segnalazione

della silloge “Amalia, se voi foste un uomo…”
Golem Edizioni
di

Marina Rota

Per aver riscritto, con tenerezza insolita, il romanzo d’amore tra Amalia Guglielminetti e Guido Gozzano, in una elegante forma di poesia baciata, ricreando in questo modo, quell’alone di romanticismo felice e funesto, che dalla tradizione cortese trobadorica fino ai nostri giorni, palpita dell’ardore di un amore dell’amore, soffiato dalle Muse, tipico di ogni mito. Un perfetto gioco di specchi di luminosa felicità e ingannevole tormento, capace di essere un Oltre, come nel gioco d’amore e arte, di mito moderno, vissuto dalla romantica coppia Valentino e Rambova. Un modello di romanticismo sempre attuale quando privo di ogni scoria di sentimentalismo stucchevole per esser invece trama di intensità e abbandono, nostalgia e solitudine.

Antonio Miredi

 

Segnalazione
del racconto breve “Penelope” di

Stefania Raschillà

Per aver dato rilievo alla potenza della parola attraverso personaggi mitici e una narrazione fiabesca. Il tema della vita contrapposta alla morte viene attraversato da quelle sincronicità a-casuali a cui siamo sottoposti nelle situazioni importanti della nostra vita, sottintendendo che solo attraverso il contatto profondo con la propria anima l’uomo può varcare i limiti imposti dal destino.

Simonetta Longo

 

MENZIONE D’ONORE
alla silloge “I sogni dei bambini di Siria”
Manni editori di

Marcello Tagliente

Per aver fatto balenare, dietro allo scenario di un Mediterraneo senza pace, le speranze di un futuro migliore dove il passato e il futuro possano fondersi in un “sempre presente” lontano da ogni resa: il legame con la Natura, con il viaggio interiore, con le immagini archetipiche rende questa silloge un esempio di scrittura personalissima, pur legata a sacri crismi poetici.
Forza, dolcezza e cultura si fondono in un continuo proporre i sentimenti di un autore che non si accontenta di assistere alla scoperta di reperti archeologici, ma cerca di estrarne la storia: un sognatore che non vuole arrendersi.

Chicca Morone

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