La luna, una presenza inquietante che ruota intorno alla terra mostrando sempre un unica faccia, sebbene una delle sue caratteristiche principali sia proprio la mutevolezza.
La luna, considerata la personificazione dell’energia sessuale, “essenza di desiderio sublima¬to, fatta delle ossa di Kama, dio della lussuria, il cui corpo fu distrutto dallo sguardo di Sbiva”.
La luna, che secondo la Cabala, accoglie nel mondo visibile l’emanazione della nona sephirah – uno degli aspetti di Dio – “Jesòd” il Fondamento.
La luna, luogo di manifestazione delle forze coagulanti e materializzanti.
La luna, alla quale per tradizione viene attribuito il simbolo dello specchio, la cui funzione è quella di riflettere l’immagine di ciò che appartiene al mondo tangibile della creazione.
Perché dunque non guardare in alto nel cielo e non moltiplicare il gioco degli specchi avventurandosi nel campo dell’arte?
Da un’idea iniziale nata non per caso tra noi comitato promotore – Anna Antolisei, Irene Belloni, Antonio Miredi e Chicca Morone – durante una serata a Il Mondo delle Idee, il piccolo avvenimento/gioco, in cui polarizzare la creatività di amici poeti, artisti e gioiellieri, si è tramutato in una manifestazione sempre più ampia, varcando perfino i confini nazionali e coinvolgendo partecipanti sempre più entusiasti.
Dalle parole dei poeti a cui la Luna ha soffiato canti davvero considerevoli, il riflesso si è acceso con la stessa fecondità su tele, fogli, perspex, ferro, materiali diversi e infine sull’oro: una perfetta alchimia di creatività dove ha trovato accoglienza chiunque abbia chiesto di partecipare e abbia offerto in esposizione il proprio inno lunare.
L’idea di raccogliere le opere è venuta di conseguenza e immediata: questo volume vuole essere un luogo dove le nostre anime hanno confluito e dove desiderano incontrare quelle di quanti guardando lo stellato in una notte di plenilunio sentano pulsare la vita oltre la vita.
Ammirando il volto dell’immagine lunare specchiata vicendevolmente da poeti, artisti e gioiellieri, a nessuno di questi, per quanto coinvolto nel girotondo, è venuto in mente di por¬re la fatidica domanda “Specchio, specchio delle mie brame, chi è il più bravo del reame?”
Innanzitutto perché siamo in una repubblica.
In secondo luogo perché la molteplicità, varietà e intensità delle opere ha reso impossibile una graduatoria.
Inoltre perché lo spirito che ha animato l’evento ha esorcizzato qualsiasi forma di com¬petitività: nessuna incomprensione ha velato la realizzazione di un progetto dalle mille sfaccettature nelle quali ognuno di noi ha potuto “specchiare” la propria creatività e disponibilità.
Magicaluna è il primo passo in un cammino molto speciale attraverso il quale portare in luce le immagini/archetipi rimaste troppo a lungo in ombra nel nostro inconscio, tanto da essere ignorate sovente nella loro potenza iniziatica nel nostro Mondo della Realtà.
Chicca Morone